La donna nell’arte

Collettiva1

Nella pittura non vi è un artista che non abbia rappresentato la figura femminile. Essa è una presenza protagonistica in gran parte dell’ arte, della poesia, della musica. Ispirazione millenaria con infiniti ruoli, non è soltanto sensualità e bellezza, o oggetto contemplato sul quale proiettare sogni, speranze, ma chiave di lettura del pensiero dell’ uomo nei secoli. Infatti, si potrebbe analizzare la storia dell’ arte attraverso il modo in cui gli artisti hanno raffigurato la donna, dando così un’ interpretazione del loro tempo: dal simbolo di fertilità dell’ iconografia preistorica a eroina greca; da figura esclusivamente trascendente del Medioevo, al culmine della sua bellezza nel Rinascimento, con numerosi modelli ideali, tra cui la più discussa e ambigua Gioconda, o la manieristica abbondanza seducente delle donne tizianesche. Ma mentre l’ uomo artista dà spesso della donna un’ immagine ideale, la donna ha rappresentato se stessa in modo più realistico e forse meno generoso. Ne è testimonianza una morente Cleopatra dipinta da un’ allieva del Caravaggio, dal corpo opulento e dalla pancia deformata.

La contemplazione del femminile come modalità dell’ artista di rapportarsi al mondo circostante diventa nell’ arte contemporanea interpretazione della crisi e delle inquietudini della società attraverso i volti e i corpi femminili. Basti pensare all’ esigenza di una natura incontaminata dalla civiltà, nell’ innocente felicità delle donne polinesiane di Gauguin, al senso di precarietà e decadenza avvertita da Toulouse-Lautrec nell’ allegria forzata delle sue ballerine, o al disprezzo per la donna nei manifesti futuristi…

Ancora oggi, l’ immagine della donna rimane irraggiungibile nelle sue attribuzioni simboliche e anche se non è riuscita a svelarne i suoi misteri, ha incuriosito, stimolato e illuminato . E’ obiettivo di questa mostra rivelare come alcuni artisti abbiano risolto il loro rapporto con l’ universo femminile e rielaborato i suoi significati.

Marnit Calvi