Beppo Zuccheri

Muse sincroniche

Lignano Sabbiadoro 24 - 06 / 08 – 07- 2018

Inaugurazione:
24 giugno, ore 18.00 drink

Ho conosciuto Beppo Zuccheri nel suo studio - laboratorio di San Vito al Tagliamento, persona quanto mai affabile, non ama definirsi o sentirsi chiamare artista, seppure, oltre ad un assiduo interesse per l'arte e le sue molteplici forme espressive, la sua formazione comprenda studi in ambito classico e storico-filosofico. Nel luminoso studio, assieme all'odore acre di essenze e colori, si respira il "profumo" dell'operosità, della ricerca dei materiali, del costante interesse per la sperimentazione. Appese, o semplicemente appoggiate alle pareti, numerose tele consentono un primo, seppure epidermico approccio al suo linguaggio espressivo. E' come entrare in un microcosmo sospeso e retto da un equilibrio sincronico tra astratto e figurativo, tra realtà e finzione, tra forma, colore e materia. Corpi di donne con teste di uccello o col volto coperto da maschere con lunghi nasi "pinocchieschi", campeggiano su scenari fantastici e inquietanti, dove la natura è madre di tutte le cose. Immagini ossessive richiamano visioni oniriche ricche di pathos, rappresentazioni di riti magici desunti da miti antichi, dove il corpo della donna non viene banalmente esibito come oggetto del desiderio, ma assume il valore assoluto dell'idolo sacro. L'opera nasce quando l'idea, il concetto generatore è compiuto, attraverso il gesto libera un appassionato, frenetico ed irrequieto istinto visionario che diviene poi lucidissimo atto creativo. solo allora sopraggiunge la necessità di fermarlo sulla tela per comunicarlo compiutamente, per condividerlo. Spiegare l'arte non è mai facile e forse non è neppure necessario, per Beppo Zuccheri, come egli stesso afferma, l'arte è « ...Da una parte la necessità, a volte ossessiva, di osservare, conoscere, capire... Dall'altra un istinto impaziente, di creare, costruire e rappresentare tutto quello che intuisco o credo di sapere. Conoscere, elaborare, intuire, immedesimarmi il più possibile... Manipolare... Giocare con il tempo, lo spazio e la consapevolezza del tutto ... L'arte, il fare con le mani, la materia... viene di conseguenza...» Nella sua opera vi sono molti punti di contatto con le fonti classiche, con la mitologia, la letteratura, la filosofia, la teogonia, la psicologia, tutte materie che lo hanno sempre appassionato e che costituiscono il filtro di conoscenza attraverso il quale immagina o sogna il mondo che lo circonda. Le tecniche esecutive si spostano dalla pittura piana su carta al plurimaterico, evidenziando sempre un tratto disegnativo particolarmente sicuro e sciolto, quasi fluido, guidato da gesti istintuali e armonici. Gli elementi tridimensionali che danno vita alle opere plurimateriche vengono assemblati con fili di ferro ai supporti, tavole in legno, tele grezze a larghe trame. Questi elementi si ripetono e moltiplicano febbrilmente sulle superfici, si tratta di scale, funi aggrovigliate a formare labirinti inestricabili, nodi, pesci, scafi irrimediabilmente ancorati e bloccati, fermi in scenari senza storia e senza tempo, un tempo dove tutto è lecito e scorre verso una sorte già scritta.

Rafaella Loffreda